L’omogenitorialità è il
legame , di diritto o di fatto ,tra uno o più bambini ( sia figli biologici sia adottati ) e una coppia di persone omosessuali .
L’omogenitorialità
deve osservata da più angolature ; infatti , non deve essere visto solo il
desiderio di maternità e di paternità nei gay e nelle lesbiche, ma anche la
responsabilità paterna e materna di tutti quegli omosessuali che nelle loro
storie precedenti, anche eterosessuali, hanno avuto figli.
Parlare di
famiglie omogenitoriali in Italia significa parlare di famiglie fantasma,
famiglie che agli occhi della legge non esistono , famiglie che non hanno
diritti. Il primo passo sarebbe
riconoscere legalmente le unioni tra persone dello stesso sesso, traguardo non
ancora raggiunto.
Il Parlamento
Europeo già nel 1994 ha invitato gli stati membri a riconoscere pari
opportunità riguardo a matrimonio e adozione per le coppie eterosessuali e le
coppie omosessuali, poi nel 2004 ha riconosciuto pari diritti tra le coppie di
fatto etero ed omosessuali , sollecitando i Paesi dell’Unione Europea ad
adeguare le proprie legislazioni in favore delle unioni registrate e del
matrimonio tra coppie dello stesso sesso.
Si calcola che
in Italia vi siano oltre 100.000 famiglie con genitori omosessuali. Ciò vuol
dire che a una massa di cittadini viene negato , in nome di oscure ragioni
pseudo-scientifiche e pseudo-politiche,
il più semplice dei diritti : il riconoscimento della propria esistenza. Oltre a questo , sul piano giuridico, queste
famiglie patiscono l’indifferenza delle istituzioni : nessuna tutela e nessun
rispetto.
I problemi derivati da questa assoluta mancanza di legislazione sono i più svariati. C’è innanzitutto l’impossibilità, se non a fronte di delega scritta, per il genitore non biologico di portare il figlio dal pediatra, iscriverlo a scuola, prenderlo da scuola, portarlo in viaggio. In caso di morte del genitore biologico, il bambino risulta di fatto orfano ed il suo affidamento verrà deciso da un giudice. Accade anche, come nelle coppie eterosessuali, che un legame non funzioni, che una coppia si divida ed anche in questo caso i bambini non hanno assolutamente nessuna tutela. Per la legge esiste ancora un solo genitore, quello biologico. Il genitore non biologico non ha diritti né doveri, può sparire se così desidera, senza più contribuire affettivamente ed economicamente alla crescita di quei figli che pure ha cresciuto fino a quel momento, o gli può essere impedito di vedere per sempre i propri figli dal genitore biologico. Non c’è nessuna legge, decreto, prassi, che tuteli un minimo la continuità affettiva dei bambini. Se si pensa a quanto sia devastante una separazione non consensuale per i figli di coppie eterosessuali, si può capire quanto immensamente più grave può diventare la situazione per dei bambini che non hanno dalla loro parte nessuno Stato a tutelarli.
Questo nonostante la mole di studi ed evidenze scientifiche accumulate negli ultimi quaranta anni, abbia dimostrato l’equivalenza per capacità affettive ed educative tra famiglie etero-genitoriali e omo-genitoriali. L’adeguatezza a crescere i figli non ha nulla a che vedere col sesso dei genitori.
I problemi derivati da questa assoluta mancanza di legislazione sono i più svariati. C’è innanzitutto l’impossibilità, se non a fronte di delega scritta, per il genitore non biologico di portare il figlio dal pediatra, iscriverlo a scuola, prenderlo da scuola, portarlo in viaggio. In caso di morte del genitore biologico, il bambino risulta di fatto orfano ed il suo affidamento verrà deciso da un giudice. Accade anche, come nelle coppie eterosessuali, che un legame non funzioni, che una coppia si divida ed anche in questo caso i bambini non hanno assolutamente nessuna tutela. Per la legge esiste ancora un solo genitore, quello biologico. Il genitore non biologico non ha diritti né doveri, può sparire se così desidera, senza più contribuire affettivamente ed economicamente alla crescita di quei figli che pure ha cresciuto fino a quel momento, o gli può essere impedito di vedere per sempre i propri figli dal genitore biologico. Non c’è nessuna legge, decreto, prassi, che tuteli un minimo la continuità affettiva dei bambini. Se si pensa a quanto sia devastante una separazione non consensuale per i figli di coppie eterosessuali, si può capire quanto immensamente più grave può diventare la situazione per dei bambini che non hanno dalla loro parte nessuno Stato a tutelarli.
Questo nonostante la mole di studi ed evidenze scientifiche accumulate negli ultimi quaranta anni, abbia dimostrato l’equivalenza per capacità affettive ed educative tra famiglie etero-genitoriali e omo-genitoriali. L’adeguatezza a crescere i figli non ha nulla a che vedere col sesso dei genitori.
L’attuale
sistema legislativo italiano non riconosce alla figura del co-genitore (genitore non biologico) né i diritti né i doveri nei confronti del
figlio. C’è da chiedersi che effetti possa produrre nella quotidianità e
nell’equilibrio psicologico del bambino la mancanza di riconoscimento di
entrambi i genitori da parte delle scuole,dei pediatri, delle altre famiglie,
delle istituzioni, della società in genere.
Far diventare visibile ciò che ancor oggi è invisibile e sommerso
permetterebbe a molti genitori , che vivono la propria omosessualità
nascondendola , di cominciare a costruire un’immagine positiva di sé come
portatori di nuovi modelli e nuova cultura.
Il mantenimento del segreto alimenta il sentimento di vergogna e porta a
ripiegare su se stessi. Lesbiche e gay
tendono a considerare più i rischi della visibilità sociale che quelli
derivanti dal vivere nascostamente le loro relazioni, i bambini vivono sentendo “ l’aria che tira” e si formano teorie. In caso di discrepanza tra verbale (ciò che
viene detto ) e non-verbale
(preoccupazioni,ansie che i genitori non esprimono) è il non verbale che
prevarrà .
Sono gli adulti
ad attribuire o togliere valore ai vari tipi di famiglie che per i bambini sono
solo realtà di fatto.
La
discriminazione e l’atteggiamento omofobo possono essere considerati i soli
motivi per cui l’orientamento sessuale dei genitori può avere influenza sui
figli. Ricerche evidenziano che anche
per i bambini il disagio non è la preferenza sessuale dei genitori, bensì gli
atteggiamenti che il contesto socio-culturale può avere nei confronti di tale
preferenza. I bambini sentono disagio verso l’affrontare le difficoltà causate dal
divorzio dei genitori , col dover accettare nelle proprie vite nuovi partner
dei genitori, proprio come accade anche ai bambini di famiglie eterosessuali
che vivono una separazione.
I figli di
omosessuali sembrano crescere meno condizionati dai modelli culturali sulla
sessualità rispetto a quelli che provengono da famiglie eterosessuali (Stacey e
Biblarz, 2001 ), tendono a ritenere possibile la coesistenza all’interno della
stessa persona di caratteristiche sia maschili sia femminili.
Inoltre gli
omosessuali “ non vivono in una sorta di
varco spazio-temporale in cui a nessuno è permesso entrare, compresi nonni e
nonne, zie e zii, maestre e maestri, ecc ecc “.
La validità di
un nucleo familiare si fonda sulla qualità delle relazioni tra le persone che
lo compongono.
Figura paterna e
figura materna non hanno un significato e un contenuto riconducibile alla
semplice appartenenza al sesso femminile o maschile, mentre è possibile
interpretarle come funzione paterna e funzione materna ( Bottino e Danna 2005
). La funzione materna ha a che fare con
la soddisfazione delle esigenze affettive e della cura materiale nei confronti
del bambino, in particolare nei primi anni di vita. La funzione paterna è quella di introdursi
con autorità nella diade madre-bambino e di scinderla , introducendo disciplina
e senso della realtà, oltre ad avere una funzione di sostegno verso chi assume
la funzione materna. Attualmente anche
le famiglie eterosessuali vedono molto poco adempiuta la funzione paterna, in
quanto ci si è spostati sempre più su un versante affettivo allontanandosi da
modalità educative.
Non si deve
discutere sulla diversità delle coppie ma sulla normalità dei figli.
P. A.
Quando spiegarono a Michael, il primo bambino adottato, che sarebbe andato a vivere con due padri, e non con un padre e una madre, lui si alzò e disse "Ok, vado a prendere le mie cose".
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